Nel corso del primo millennio a.C., in una vasta area dell'Italia nord-orientale, fiorisce la civiltà dei Veneti antichi. Grazie alle favorevoli condizioni del territorio, ricco di risorse naturali, di fiumi navigabili e di pianure coltivabili, e alla vivace attività dei suoi artigiani specializzati, questo popolo ha sviluppato una cultura articolata, un complesso mondo sociale, ideologico e religioso, rappresentando così un interlocutore privilegiato per le popolazioni confinanti (come Etruschi e tribù celtiche transalpine).
La posizione strategica, affacciata all'arco adriatico e facilmente raggiungibile attraverso i principali passi alpini, ha permesso ai Veneti di giovarsi del contributo di apporti culturali esterni anche a più ampio raggio, in particolare dal mondo greco e vicino-orientale. I Veneti hanno saputo raggiungere in poco tempo forme di organizzazione tipicamente urbana, come dimostrano i rinvenimenti dai loro principali centri, quali Este e Padova, almeno dal VI secolo a.C., epoca alla quale risalgono anche le prime testimonianze scritte in lingua venetica.
A pochi chilometri da Monselice, il Museo Archeologico Nazionale di Este ospita i materiali archeologici più rappresentativi della cultura dei Veneti antichi. Tra questi anche una stele funeraria rinvenuta a Monselice, a Ca’Oddo, databile tra la fine del V e l’inizio del IV sec.a.C. recante un’iscrizione venetica, che ne dichiara l’appartenenza ad una certa Fugia Andetina Fuginia, probabilmente un’aristocratica di origine patavina, proprietaria di fondi agricoli nella zona.