Già nel ‘500 Monselice era famosa per la sua bellezza.
Abbiamo iniziato a raccogliere le citazioni che ne decantano l’atmosfera, l’allegria, i colori. Dal diarista veneziano Marin Sanudo, che nel 1483 descrive la città della Rocca come un colle “aliegro e bello”, allo scrittore padovano Lorenzo Scabia che nel 2000, nel suo romanzo “Lorenzo e Cecilia”, ci trasporta nella magia delle leggende che avvolgono il Monte Ricco e nel luminoso paesaggio euganeo.
- Monselexe colecin aliegro e bello
Dove è quel nominato Rico Monte
(Itinerario di Marin Sanuto per la Terraferma Veneziana nell’anno 1483)
- […] è alto jucundissimo et pieno di soavità et gaudio, et perché ogni cossa, si erba qual fruto, di olivari et vigne perfectissime vi nasse et lì trovasse, è dicto Monte Richo […]
(Itinerario di Marin Sanuto per la Terraferma Veneziana nell’anno 1483, pag. 47)
- Monselice […] pareggia qualsiasi altro ameno e popolato paese che sorge degli Euganei alle falde.
(Viaggi in Italia, Francesco Gandini 1833, pag.508)
- […] Quella uva di Monselice e in lontano la chiusa degli Euganei e più in fondo i Lessini, e davanti l’infinito sorriso della pianura italiana […].
(Pagine famigliari, artistiche cittadine, Luigia Codemo di Gesternbrand, 1875, pag. 310)
- A Monselice il vento va
sempre come al mare […].
MONSELICE da L’alba ai vetri, Poesie 2942-1950 di Giorgio Bassani
- […] - Cosa fanno? – disse Cecilia. – Prendono la rugiada di San Giovanni per avere salute tutto l’anno – disse il cocchiere. – Stanotte era la festa del Monte Ricco - […]
Giuliano Scabia, Lorenzo e Cecilia, 2000
Un'ampia e completa raccolta degli scrittori e poeti monselicensi e dei letterati che citano Monselice nelle loro opere si trova n
el sito della Biblioteca civica