Le numerose chiese presenti a Monselice sono state luogo di venerazione di numerosissimi santi. Nella lunga storia dell’ex chiesa di San Paolo emerge, oltre alla devozione verso il santo titolare quella per i Santi Savino o Sabino e Francesco. Non ci sono documenti altomedievali che spieghino le ragioni della dedicazione a San Paolo e la prima testimonianza scritta sulla chiesa così titolata risale al 1115.
La presenza di San Savino martire, probabilmente vescovo di Spoleto vissuto tra il 300 e il 400, è invece attestata da un’iscrizione su tabella di piombo posta a sigillo di una teca contenente diverse relique, conservata nel Duomo Nuovo. La storia dell’arrivo di queste reliquie a Monselice rimane ignota, mentre risale al 1631 l’elezione di San Sabino a patrono della città, sancita dal Consiglio Civico, dopo che le preghiere rivolte al Santo avevano debellato la peste. Da quel momento e fino alla fine dell'800 venne onorato ogni anno il 7 dicembre con una pubblica processione.
La teca di San Sabino si trovava originariamente nella cripta vicino all’immagine affrescata di San Francesco. La devozione che i monselicensi avevano verso il poverello di Assisi è documentata da alcune fonti scritte che riportano l'attivismo delle comunità religiose francescane attraverso opere di carità che vedevano coinvolte alcune famiglie nobili.