Nel 1717, al di sopra della navata rinascimentale, viene completata l’edificazione della cosiddetta “Sala della Buona Morte”. Il luogo – come lascia intuire il nome – era destinato ad accogliere quei moribondi, poveri e abbandonati, che rischiavano di non beneficiare di una sepoltura cristiana e di essere lasciati per strada o gettati in fosse comuni.
La “Confraternita della Morte ed Orazione”, nata a Roma nel 1538, venne istituita a Monselice nel 1641 e nel 1659 ottenne il permesso, da parte del vescovo di Padova, di erigere un oratorio sopra la navata settentrionale della Chiesa di San Paolo. La Sala della Buona Morte, lastricata in trachite e dotata di un grande altare era affidata alle cure degli affiliati, che oltre a frequentare le funzioni e le processioni, assistevano i confratelli infermi e seppellivano i defunti propri e i cadaveri abbandonati. La struttura era gestita da un cappellano e da un campanaro e la confraternita contribuiva alle opere di manutenzione e restauro della chiesa di San Paolo. La congregazione venne soppressa, come tutte le altre in Veneto, nel 1806 da Napoleone.